Era lui che aveva allestito una lista "vera" per correre alle amministrative nel minuscolo centro, 507 abitanti in mezzo alle montagne. Ed era lui che già qualche anno fa era stato sindaco di Cimolais. Ma c'era un problema, come racconta il "Corriere della Sera": ci voleva una seconda lista "d'immagine", per evitare il pericolo di non arrivare al quorum o il rischio di commissariamenti.
Bertolo, 65 anni, residente a Venezia, chiede a Borsatti di inventarsela lui, la lista. E lui, 50 anni, titolare dell'Hotel Dolomitti a Claut, a un tiro di schioppo, lo fa: costruisce un elenco di candidati raccogliticci, e si presenta. Non solo: vince anche. L'ex primo cittadino, quello che pensava di vincere in carrozza, si ferma a 117 voti. L'altro di voti ne prende 160, conquistandosi otto seggi in Consiglio comunale, contro i due dell'avversario.
Subito dopo i risultati il collaboratore locale del "Messaggero Veneto", Fabiano Filippin, lo chiama per fargli le congratulazioni. Ma lui cade dalle nuvole e gli risponde che sta pensando a organizzare la festa per lo scudetto della Juve, altro che sindaco di Cimolais. Una volta chiarito che non si tratta di uno scherzo, che le urne lo hanno davvero premiato, Borsatti chiarisce subito che "io non sono andato neanche a votare perché volevo che vincesse Gino. Mia figlia, mia sorella, mio papà e mia moglie hanno votato tutti per lui". E lo sconfitto? "No, non è vero che ci sono rimasto male, è stato un onore partecipare. E' successa una cosa apparentemente anomala ma qui c'è poco da sorridere".
Intanto, in Comune si lavora a una "comunicazione congiunta", ma la prima ipotesi di dare al candidato primo cittadino la carica di vicesindaco potrebbe sfumare, visto che il finto candidato, e vero sindaco, sembra ci abbia preso gusto al suo nuovo incarico, visto che dice: "Sto costruendo qualcosa con dei ragazzi giovani e Gino potrebbe uscire da questa squadra". Si parlava di dare a Bertolo la carica di vicesindaco come "premio di consolazione"... "Eh, se i giovani mi dicono che accettano le mie idee - dice Borsatti -, io tenderei a escludere Gino. Il voto è stato unanime a mio favore e se dovessi falro vicesindaco magari mi ritrovo le ruote della macchina tagliate". Di certo non si dimetterà. "Magari - aggiunge - Gino non l'hanno votato perché risiede a Venezia. Sì, giusto, è stato un voto di protesta".
Bertolo, 65 anni, residente a Venezia, chiede a Borsatti di inventarsela lui, la lista. E lui, 50 anni, titolare dell'Hotel Dolomitti a Claut, a un tiro di schioppo, lo fa: costruisce un elenco di candidati raccogliticci, e si presenta. Non solo: vince anche. L'ex primo cittadino, quello che pensava di vincere in carrozza, si ferma a 117 voti. L'altro di voti ne prende 160, conquistandosi otto seggi in Consiglio comunale, contro i due dell'avversario.
Subito dopo i risultati il collaboratore locale del "Messaggero Veneto", Fabiano Filippin, lo chiama per fargli le congratulazioni. Ma lui cade dalle nuvole e gli risponde che sta pensando a organizzare la festa per lo scudetto della Juve, altro che sindaco di Cimolais. Una volta chiarito che non si tratta di uno scherzo, che le urne lo hanno davvero premiato, Borsatti chiarisce subito che "io non sono andato neanche a votare perché volevo che vincesse Gino. Mia figlia, mia sorella, mio papà e mia moglie hanno votato tutti per lui". E lo sconfitto? "No, non è vero che ci sono rimasto male, è stato un onore partecipare. E' successa una cosa apparentemente anomala ma qui c'è poco da sorridere".
Intanto, in Comune si lavora a una "comunicazione congiunta", ma la prima ipotesi di dare al candidato primo cittadino la carica di vicesindaco potrebbe sfumare, visto che il finto candidato, e vero sindaco, sembra ci abbia preso gusto al suo nuovo incarico, visto che dice: "Sto costruendo qualcosa con dei ragazzi giovani e Gino potrebbe uscire da questa squadra". Si parlava di dare a Bertolo la carica di vicesindaco come "premio di consolazione"... "Eh, se i giovani mi dicono che accettano le mie idee - dice Borsatti -, io tenderei a escludere Gino. Il voto è stato unanime a mio favore e se dovessi falro vicesindaco magari mi ritrovo le ruote della macchina tagliate". Di certo non si dimetterà. "Magari - aggiunge - Gino non l'hanno votato perché risiede a Venezia. Sì, giusto, è stato un voto di protesta".