(SANT’ONOFRIO) “Il centro storico del paese sta morendo nella più assoluta e colpevole indifferenza”.
Questo il senso del preoccupato allarme lanciato nei giorni scorsi dal periodico locale “La Voce ” attraverso il proprio sito internet di recente attivazione.
Alla base della denuncia, il crescente numero di abitazioni abbandonate, molte delle quali ormai da tempo costituiscono un vero e proprio pericolo per l’incolumità fisica dei cittadini, oltre che essere divenute di fatto ricettacolo di topi e insetti estremamente nocivi per la salute pubblica.
Con il rischio concreto che si ripetano situazioni di rischio come quella registrata alcuni anni fa, allorquando il rovinoso crollo in pieno giorno nel popoloso rione “Cuntura” di due case disabitate oltre a causare ingenti danni alle abitazioni limitrofe dove risiedevano dei nuclei familiari, solo per un miracolo non provocò vittime.
D’altronde, dello stato di abbandono in cui versa il centro storico cittadino se ne rende conto anche il visitatore occasionalmente di passaggio, che prova oggi non poco disagio nel constatare la desolazione di quelle
che fino ad un ventennio fa erano le vie più popolose e animate del paese.
La lunga sequenza di case diroccate o comunque inagibili rende infatti già visivamente lo
stato di degrado di quello che in un recente passato era stato il cuore pulsante di Sant’Onofrio.
Diverse le ragioni all’origine di questo orma irreversibile stato di cose.
Tra queste, le mutate esigenze abitative che spingono le famiglie di nuova costituzione a non accontentarsi più delle piccole case in centro, la parcellizzazione tra più eredi della proprietà delle singole abitazioni che ne rende per ognuno di loro poco economica la vendita, la presenza di emigrati che sistemano alla meno peggio la vecchia dimora di famiglia per poi utilizzarla esclusivamente nei pochi giorni all’anno del loro rientro.
Un ruolo importante nella rivitalizzazione del centro storico avrebbero potuto svolgerlo le varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo, attivando di volta in volta efficaci strategie di intervento finalizzate al recupero della “parte vecchia” del paese.
Ma poco o nulla è stato fato in tal senso, limitandosi ai modesti ed occasionali interventi di “maquillage” garantiti da piccoli contributi comunitari o regionali.
Con speranza si guarda ora al prossimo varo del nuovo Piano strutturale comunale, nel quale come già preannunciato dai tecnici progettisti in fase di presentazione delle linee guida, dovrebbero essere previsti dei correttivi finalizzati al recupero ed alla riqualificazione edilizia del centro abitato.
Una netta inversione di tendenza auspica anche l’intervento de “La Voce ”, che ha già registrato nei primi giorni di lancio della propria campagna di sensibilizzazione sui diversi forum attivi sui social network numerosi interventi dei cittadini.
Tra le proposte più accreditate, il varo da parte dell’amministrazione comunale di una politica di incentivi per il recupero abitativo delle vecchie case con particolare attenzione alle giovani coppie ed alle famiglie numerose, l’elaborazione di piani di recupero particolareggiati e di trasformazione capaci di intercettare le ancora disponibili risorse finanziarie comunitarie, la demolizione forzata dei fabbricati pericolanti e la riconversione delle aree così recuperate, destinandole ad aree attrezzate per lo sport ed il tempo libero.
(Raffaele Lopreiato)