(STEFANACONI) La comunità di Stefanaconi ancora una volta, suo malgrado, al centro dell’attenzione mediatica.
Ancora viva è infatti nell’opinione pubblica la vicenda relativa all’incendio di natura dolosa che pochi giorni fa ha causato gravi danni ad un edificio scolastico ed ecco che un nuovo problema cattura adesso l’attenzione della cittadinanza.
Stavolta a destare allarme è la paventata installazione di un’antenna di telefonia mobile Wind.
Per tale ragione il fermento di questi giorni è sfociato nella costituzione di un comitato civico di protesta presieduto dal prof. Raffaele Arcella.
Tra le prime iniziative promosse, la raccolta di oltre cinquecento firme a sostegno dell’iniziativa alle quali si aggiungono anche quelle di alcune decine di emigrati che da ogni parte del mondo stanno facendo pervenire il loro sostegno attraverso il sito dell’associazione “Franza”.
Il punto della situazione è stato fatto nel pomeriggio di ieri a Palazzo Carullo dove il comitato si è costituito ufficialmente in seduta permanente allo scopo di “affiancare l’amministrazione comunale, che pure sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità, per contrastare l’installazione dell’antenna”
Scopo dell’incontro, al quale era presente anche il sindaco Salvatore Di Sì, promuovere un confronto a tutto campo con cittadini e rappresentanti istituzionali per meglio approfondire i rischi che ne deriverebbero per la salute pubblica.
Ciò in considerazione, per come adeguatamente rappresentato nei numerosi interventi, dalla vigenza di una normativa ferma al 2001 ed estremamente permissiva nei confronti dei colossi delle telecomunicazioni.
In particolare, è stata illustrata la pericolosità degli impianti destinati all’emissione di campi elettromagnetici ad alta frequenza.
Per l’allocazione dell’antenna nel comune di Stefanaconi erano già stati avviati i primi lavori salvo poi sospenderli, per la mancanza di un nullaosta dell‘Autorità di Bacino, con ordinanza sindacale emessa lo scorso 19 maggio.
Il sito individuato è prospiciente il centro abitato e si trova a ridosso della Tangenziale Est, già tristemente nota alle cronache.
Si tratta di una delle grandi incompiute della provincia vibonese, ancora oggi sotto sequestro giudiziario in quanto oggetto di delicate inchieste da parte della Procura di Vibo Valentia.
L’antenna dovrebbe sorgere in una zona non solo ad alta densità abitativa e a poche decine di metri dagli istituti scolastici ma anche classificata “R4”, cioè al massimo livello di rischio, dal Piano di assetto idrogeologico (Pai) e quindi assolutamente inibita ad ogni tipo di intervento edilizio.
A maggior ragione se, come in questo caso, si tratta di realizzare un impianto di telefonia mobile alto oltre 25 metri e con tutta una serie di opere connesse quale, addirittura, la realizzazione di una nuova strada d’accesso.
Sulla base di tutte queste considerazioni appare quindi comprensibile la preoccupazione che avvolge i cittadini di Stefanaconi ed il comitato civico che li rappresenta.
Da qui le decise azioni che, per come preannunciato, verranno promosse già a partire da domani con la rappresentazione al prefetto Carmelo Casabona della grave situazione venutasi a determinare e la probabile presentazione presso la Procura di Vibo Valentia di un esposto con il quale chiedere il sequestro cautelativo dell’area.
Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 05/06/2016