IL CUORE DELLA COMUNITÀ SANTONOFRESE NEI RITI DELLA PASQUA

(SANT’ONOFRIO) Con la celebrazione eucaristica dell’Ultima Cena prevista per stasera nella chiesa matrice entrano nel vivo i riti della Settimana Santa che, aperta domenica scorsa dalla solenne benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo officiata dal parroco don Franco Fragalà, da sempre costituisce il momento comunitario più atteso dell’anno.
Un appuntamento durante il quale si fondono e si esaltano i più genuini sentimenti della religiosità popolare.
Nei riti che ne scandiscono le giornate, si rinnova l’esigenza quasi ancestrale per questa comunità di ritrovarsi, di fare gruppo, così divenendo un tutt’uno.
E nella passione del Cristo sulla croce, nel dramma della Madre addolorata che trasfigura, nella gioia incontenibile di Giovanni discepolo fedele che ne annuncia la resurrezione, la gente rivive, con la rappresentazione dell’Affruntata la mattina di Pasqua nella piazza principale del paese, la storia della comunità.
Con le tragedie, i drammi, ma anche le speranze e le illusioni che ne hanno scandito l’evoluzione nel tempo.
Una sorta di catarsi collettiva, cui intimamente si sentono legati i santonofresi di tutto il mondo.
Un evento unico, che qualche anno fa ha addirittura superato i confini regionali,  grazie alla rappresentazione in Piemonte del 2003 ed a quella dell’anno successivo a Toronto, in Canada.
Né hanno intaccato l’aurea di sacralità e di intensa partecipazione emotiva dei santonofresi verso questa paraliturgia le note vicende di cronaca che ne hanno accompagnato la preparazione e lo svolgimento delle ultime due edizioni.
E proprio per recuperare e rilanciare il senso di appartenenza a questo avvenimento quest’anno l’Arciconfraternita del SS. Rosario, che da sempre sovrintende all’organizzazione, ha deciso di ripartire con una sorta di “anno zero” dell’Affruntata, ricevendo in tal senso il placet del parroco e del vescovo mons. Luigi Renzo.
Domenica scorsa, infatti, a conclusione della S. Messa di mezzogiorno è stato pubblicamente effettuato, all’insegna della massima trasparenza e partecipazione, il sorteggio dei portantini delle statue tra coloro che precedentemente avevano espressamente dichiarato la loro disponibilità.
In questi ore, intanto, in molti stanno facendo ritorno a Sant’Onofrio.
Si tratta di studenti universitari, giovani lavoratori ed emigrati di prima generazione che tornano nel paese d’origine per rivivere sensazioni che rimandano a ricordi di un passato che non muore.
In tale contesto ricca di patos e partecipazione si preannuncia anche la tradizionale “Chiamata della Madonna” del venerdì santo.
Un appuntamento reso suggestivo dal contesto notturno in cui si svolge, cui segue una processione per le vie del paese listato a lutto, dove riecheggiano i canti dialettali delle poche anziane ancora capaci di ricordarli e tramandarli.
Per l’occasione, tutta la comunità si ritrova nella chiesa madre, con il “predicatore” che dal pulpito “chiama” in sequenza le statue che raffigurano i protagonisti della passione di Gesù, accompagnando questi momenti con riflessioni di grande spessore teologico, non disgiunte da incisivi richiami che spesso toccano le questioni più attuali della vita della comunità.
 (Raffaele Lopreiato gazzetta del sud)