SANT'ONOFRIO: “FORZA SILVIO” MESSO A PUNTO IL DIRETTIVO

(Sant'Onofrio) Continua a ritmo spedito il processo di radicamento sul territorio comunale del neo costituito club “Forza Silvio”.
E così, dopo la recente nomina a presidente di Filippo Trimboli, è proprio di queste ultime ore la formalizzazione degli organismi direttivi del partito che a livello nazionale si rifà a Silvio Berlusconi.
In una nota diramata alla stampa, infatti, il presidente Trimboli dopo aver ribadito il “grande entusiasmo” del gruppo di militanti che lo affiancano in questa avventura politica, da comunicazione del nuovo organigramma dirigenziale.
A rivestire l’incarico di capogruppo in consiglio comunale sarà Onofrio Fusca, già coordinatore cittadino di Forza Italia e vicesindaco nella prima fase amministrativa dell’esecutivo guidato dal sindaco Tito Rodà.
Lo stesso Fusca, unitamente a Giuseppe Dinatolo (vicepresidente), Onofrio Marcello (tesoriere) e Raffaele Suppa (delegato ai rapporti con le altre forze politiche) compongono il nuovo direttivo sezionale.
A loro si affiancherà anche il giovane Paolo Lopreiato definito da Trimboli “new entry della politica santonofrese” ed in quanto tale “capace di avvicinare al partito, con il suo entusiasmo e la sua voglia di fare, le diverse realtà giovanili locali”.
Sul piano più squisitamente politico, il presidente Trimboli si sofferma sui lavori del recente consiglio comunale caratterizzati dall’intervento di “grande spessore politico” del neo capogruppo Fusca in quanto improntato ad una apertura totale nei confronti della maggioranza e dell’intero consiglio comunale”.
In tale ottica, Fusca ha ribadito la volontà di fare del club “Forza Silvio” un laboratorio di “idee e proposte da portare avanti con coerenza nelle sedi opportune, anche a rischio di sembrare scomodi per qualche alleato ma sempre nella convinzione che il bene della comunità santonofrese venga prima di tutto e tutti”.
Ribadito infine, da parte di Trimboli, il pieno ed incondizionato sostegno del partito al coordinatore provinciale Domenico Arena, candidato al Parlamento Europeo.


Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 31/04/2014

VIBO VALENTIA: PLAUSI ALLA CORALE POLIFONICA IN-CANTO DIRETTA DAL MAESTRO RAFFAELLA RIGA DI SANT'ONOFRIO


SANT'ONOFRIO: DISCARICA, LO STOP DELLA REGIONE

(SANT‘ONOFRIO)La comunità santonofrese può definitivamente tirare un sospiro di sollievo.
L’impianto per lo stoccaggio fino a mezzo milione di rifiuti classificati dalla legislazione vigente come “pericolosi e non pericolosi” previsto in località “Vajoti”, a meno di cinque chilometri dal centro abitato, non si farà più.
A mettere definitivamente la parola fine alla paventata realizzazione della “discarica dei veleni”, come era stata subito ribattezzata dalla cittadinanza comprensibilmente allarmata, il decreto n. 3695 recentemente emanato dal Dipartimento per le politiche dell’Ambiente della Regione Calabria e trasmesso al comune di Sant’Onofrio in data 24 aprile 2014.
Di fatto l’atto amministrativo regionale, in forza del potere di “autotutela” conferito dalla legge, procede alla revoca del precedente parere favorevole di compatibilità ambientale formulato in data 12 luglio 2013 relativamente al progetto presentato dalla ditta Ecolux srl con sede in Filandari (VV).
All’origine della retromarcia da parte dei competenti uffici regionali, una serie di incongruenze e difformità dalla norma presenti nel progetto ed evidentemente sottovalutate in un primo momento.
Almeno fino a quando l’amministrazione comunale, facendosi interprete delle crescenti preoccupazioni della cittadinanza nel frattempo costituitasi in un agguerrito comitato “NO Discarica”, aveva con proprio legale di fiducia presentato ricorso innanzi al Tar Calabria ravvisando nel procedimento autorizzativo in questione diversi profili di illegittimità configurabili come “eccesso di potere”.
In particolare, l’attenzione dell’amministrazione guidata dal sindaco Tito Rodà veniva focalizzata sulla classificazione geomorfologica del sito individuato per la realizzazione dell’impianto quale “area a rischio sismico di prima categoria per come sancito dalla legge n. 64 del 2 febbraio 1974” e pertanto “assolutamente non idonea alla ubicazione di una discarica adibita alla raccolta di rifiuti pericolosi”
In tale ottica, la regione ha respinto in toto le controdeduzioni proposte dalla Ecolux che, a giustificazione della sostenibilità dell’impianto, adduceva come “circa il sessantacinque per cento dei comuni calabresi viene classificato a rischio sismico di prima categoria” e che pertanto tale considerazione non può inficiare la stringente necessità di una tale discarica finalizzata a fronteggiare la “forte criticità presente nel settore dello smaltimento dei rifiuti” nella nostra regione.
Anche la richiesta per una parziale conversione del parere finalizzata quantomeno ad una “valutazione positiva del progetto limitatamente alla raccolta dei rifiuti non pericolosi” è stata rigettata dai competenti uffici regionali, fatta salva la possibilità per la ditta interessata alla realizzazione della discarica di proporre nei tempi previsti dalla legge ricorso giurisdizionale innanzi al Tar Calabria.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 30/04/2014)

SANT'ONOFRIO: SALTA L'AFFRUNTATA, IL VESCOVO RENZO STAMATTINA IN PAESE AL FIANCO DEI FEDELI IN SEGNO DI SOLIDARIETA'



‘NDRANGHETA, PROCESSIONI “COMMISSARIATE” IN CALABRIA. LA GENTE SI RIBELLA E IL VESCOVO L’ANNULLA

Vibo Valentia - È stata annullata la processione dell’Affruntata di Sant’Onofrio perché in paese non è stata accettata di buon grado la notizia che le statue dovevano essere portate dai volontari della protezione civile. A darne notizia è il Vescovo di Mileto, monsignor Luigi Renzo, che domani celebrerà messa a Sant’Onofrio.
Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, d’intesa con la diocesi di Mileto, aveva deciso di commissariare le processioni dell’Affruntata di Stefanaconi e Sant’Onofrio, nel vibonese, che si svolgono la mattina della domenica di Pasqua.
La decisione era stata presa per evitare infiltrazioni della ‘ndrangheta nei due eventi religiosi. Già in passato era emerso che gli esponenti delle cosche hanno l’assoluto controllo delle processioni, decidendo chi doveva portare le statue. Quest’anno tra i nomi di coloro che dovevano portare le statue, decisi attraverso un sorteggio, c’era anche una persona ritenuta vicina ad ambienti della criminalità.
Al termine della riunione era stato deciso che le statue sarebbero state portate dai volontari della Protezione civile. L’obiettivo della decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia era «offrire alla comunità una maggiore serenità e purificare certi atteggiamenti per ricondurli ad una religiosità genuina», aveva detto il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, lo stesso che poi ha deciso di annullare la processione dopo i mugugni della gente.
La cosca dei Patania di Stefanaconi (Vibo Valentia) aveva il potere assoluto sulla gestione dell’Affruntata, secondo quanto risulta dall’inchiesta della Dda di Catanzaro chiamata “Romanzo Criminale” contro le cosche della `ndrangheta del vibonese. A Stefanaconi, la mattina del giorno di Pasqua, si svolge la processione de “l’Affruntata”, la sacra rappresentazione della rivelazione del Cristo alla Madonna dopo la Resurrezione.
Nella processione c’è la statua di San Giovanni che, nell’ immaginario collettivo della criminalità organizzata e nella ricostruzione degli inquirenti, simboleggia la «detenzione del potere mafioso». Il boss Fortunato Patania, ritenuto a capo dell’omonima cosca, ucciso nel settembre del 2011 nella faida tra cosche della ‘ndrangheta vibonesi, avrebbe sempre finanziato la processione, decidendo chi erano coloro che dovevano portare a spalle la statua di San Giovanni che appunto rappresentava il potere dell’organizzazione criminale.
La Dda di Catanzaro ha raccolto i filmati delle processioni del 2009 e del 2010 dalle quali si evince che le nuove leve ed i vertici della cosca avevano il «potere assoluto - sostengono i magistrati - sul trasporto della statua di San Giovanni».
«Grazie ai volontari della Protezione civile - aveva spiegato monsignor Renzo - si garantisce il normale svolgimento del rito, che non deve essere un momento di spettacolo fine a se stesso ma un’occasione di riflessione e preghiera».
La decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica «rappresenta un provvedimento preventivo - aveva affermato il vescovo - che è stato eseguito di comune accordo con la Diocesi. D’altronde questa decisione va proprio nella direzione intrapresa dalla nostra Diocesi di evitare la presenza di situazioni che nulla hanno a che fare con la religione e la celebrazione dei suoi riti». Monsignor Renzo aveva riferito che si potrebbe anche pensare ad una «soluzione interna, vale a dire affidare il porto delle statue ai componenti delle parrocchie».

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'NDRANGHETA, AFFRUNTATA COMMISSARIATA A SANT'ONOFRIO E STEFANACONI

(ANSA) - VIBO VALENTIA, 19 APR - Il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, d'intesa con la Diocesi di Mileto, ha deciso di commissariare le processioni dell'Affruntata di Stefanaconi e Sant'Onofrio, nel vibonese, che si svolgono la mattina della domenica di Pasqua. La decisione è stata presa per evitare infiltrazioni della 'ndrangheta nei due eventi religiosi. Al termine della riunione è stato deciso che le statue saranno portate dai volontari della Protezione civile


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'NDRANGHETA, AFFRUNTATA COMMISSARIATA A SANT'ONOFRIO E STEFANACONI
La decisione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, d'intesa con la diocesi di Mileto. Le statue saranno portate dalla Protezione civile

VIBO VALENTIA Il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, d'intesa con la diocesi di Mileto, ha deciso di commissariare le processioni dell'Affruntata di Stefanaconi e Sant'Onofrio, nel vibonese, che si svolgono la mattina della domenica di Pasqua. La decisione - secondo quanto riporta stamane il Quotidiano della Calabria - è stata presa per evitare infiltrazioni della 'ndrangheta nei due eventi religiosi.
Già in passato era emerso che gli esponenti delle cosche
della 'ndrangheta avevano l'assoluto controllo delle processioni, decidendo chi doveva portare le statue.
Quest'anno tra i nomi di coloro che dovevano portare le statue, decisi attraverso un sorteggio, c'era anche una persona ritenuta vicina ad ambienti della criminalità e quindi si è deciso di convocare una apposita riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per decidere sul da farsi. Al termine della riunione è stato deciso che le statue saranno portate dai volontari della Protezione civile.
La cosca di 'ndrangheta dei Patania di Stefanaconi (Vibo Valentia) aveva il potere assoluto sulla gestione dell'Affruntata, la tradizione processione che si svolge la mattina della domenica di Pasqua. È quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Catanzaro chiamata 'Romanzo Criminale' contro le cosche della 'ndrangheta del vibonese. A Stefanaconi, la mattina del giorno di Pasqua, si svolge la processione de 'l'Affruntata', la sacra rappresentazione della rivelazione del Cristo alla Madonna dopo la Resurrezione. Nella processione c'è la statua di San Giovanni che, nell'immaginario collettivo della criminalità organizzata e nella ricostruzione degli inquirenti, simboleggia la «detenzione del potere mafioso». Il boss Fortunato Patania, ritenuto a capo dell'omonima cosca, ucciso nel settembre del 2011 nella faida tra cosche della 'ndrangheta vibonesi, avrebbe sempre finanziato la processione, decidendo chi erano coloro che dovevano portare a spalle la statua di San Giovanni che appunto rappresentava il potere dell'organizzazione criminale.
La Dda di Catanzaro ha raccolto i filmati delle processioni del 2009 e del 2010 dalle quali si evince che le nuove leve ed i vertici della cosca avevano il «potere assoluto - sostengono i magistrati - sul trasporto della statua di San Giovanni».                                        http://www.corrieredellacalabria.it/

SANT'ONOFRIO: ALBUM ULTIMA CENA E CHIAMATA DELLA MADONNA












VIBO VALENTIA: STATUA DI SAN GIUSEPPE PORTATA IN DONO DALL'ARTISTA FAMA' AL SANTO PADRE

(Vibo Valentia) In solo un anno dall'ascesa al "Soglio di Pietro", Papa Francesco ha saputo riaccendere in milioni di credenti la speranza verso una Chiesa capace di aprirsi e rinnovarsi.
I gesti e le parole, le carezze e gli abbracci che ne hanno accompagnato ogni uscita pubblica hanno fortemente caratterizzato l'operato di papa Bergoglio, il pontefice "venuto quasi dalla fine del mondo", catalizzando sul suo operato e sul suo stile di vita una attenzione mediatica planetaria.
A lui ed all'autorevole dolcezza dei sui moniti e dei suoi insegnamenti guardano tutti con immutata attenzione: dai potenti della terra ai comuni credenti che, pur dibattendosi tra i mille problemi di ogni giorno, traggono dalle sue esortazioni e meditazioni utili spunti per il loro arricchimento spirituale ed umano.
E proprio ad una "normale" famiglia del vibonese è toccato di vivere una esperienza che di sicuro rimarrà indelebile nel cuore e nella mente.
Si tratta della famiglia Famà, originaria di San Costantino Calabro, che lo scorso 18 marzo ha avuto il privilegio di incontrare in udienza privata il Santo Padre a Roma, presso la ormai nota Casa di Santa Marta.
A raccontare le suggestioni e le intense emozioni vissute in quei momenti Raffaele Famà, noto pittore e scultore ed apprezzato docente presso il Liceo Artistico di Vibo Valentia, che con il fratello Rocco, a sua volta valente decoratore, guidava la piccola delegazione ricevuta dal Papa.
L'occasione è stata data dalla consegna di una statua in terracotta alta sessanta centimetri, sapientemente plasmata da Raffaele e raffigurante San Giuseppe.
"Venuto a conoscenza della profonda devozione di Papa Francesco verso il padre putativo di Gesù - racconta Raffaele - ho sentito dentro di me l'impulso insopprimibile a dare forma all'opera che poi ho realizzato".

"A motivarmi - continua l'artista - non solo l'affetto filiale che provo nei confronti di Papa Francesco, ma anche il desiderio forte di dare vita ad un'opera che rappresentasse il vissuto della terra e della gente di Calabria. Una regione, la nostra, che si caratterizza per i numerosi problemi irrisolti e per le tante emergenze mai superate, ma anche per la profonda spiritualità e la grande generosità di un popolo che nonostante tutto non ha rinunciato a guardare al futuro con rinnovata fiducia".
"Donando quella statua - chiosa Raffaele - ho voluto simbolicamente consegnare a Papa Bergoglio, affidandolo alla sua preghiera, il futuro della nostra terra, con l'auspicio che questo gesto costituisca un buon viatico anche per l'annunciata ed ormai imminente visita pastorale del Santo Padre a Cassano all'Ionio".
Ed in questo continuo richiamo alle metafore ed ai simbolismi rientra anche la scelta del materiale utilizzato.
"L'argilla è una materia povera - evidenzia Raffaele - ma nella sua trasfigurazione artistica assume una caratteristica ed una valenza particolare: sente come la tratti e se non viene plasmata con la giusta dose di amore e passione non regge alla cottura e si spacca".
Tanti altri, nei ricordi dell'artista, i ricordi che affiorano di quegli "irripetibili momenti di commozione vissuti al cospetto del Papa".
Capace di mettere a proprio agio gli interlocutori, a cominciare dai sette tra ragazzi e bambini presenti e con i quali si è soffermato amabilmente a parlare.
Papa Francesco ha infine dimostrato di gradire molto la statua ricevuta in regalo, che ha "più volte amorevolmente toccato" cogliendo il senso profondo di un'opera che l'artista ha voluto raffigurare in modo estremamente delicato, proponendoci un San Giuseppe "ricco di tenera umanità, dolcemente proteso a carezzare con tutta la naturalezza di un padre il proprio bambino".
(Raffaele Lopreiato) (Vibo Valentia) In solo un anno dall'ascesa al "Soglio di Pietro", Papa Francesco ha saputo riaccendere in milioni di credenti la speranza verso una Chiesa capace di aprirsi e rinnovarsi.
I gesti e le parole, le carezze e gli abbracci che ne hanno accompagnato ogni uscita pubblica hanno fortemente caratterizzato l'operato di papa Bergoglio, il pontefice "venuto quasi dalla fine del mondo", catalizzando sul suo operato e sul suo stile di vita una attenzione mediatica planetaria.
A lui ed all'autorevole dolcezza dei sui moniti e dei suoi insegnamenti guardano tutti con immutata attenzione: dai potenti della terra ai comuni credenti che, pur dibattendosi tra i mille problemi di ogni giorno, traggono dalle sue esortazioni e meditazioni utili spunti per il loro arricchimento spirituale ed umano.
E proprio ad una "normale" famiglia del vibonese è toccato di vivere una esperienza che di sicuro rimarrà indelebile nel cuore e nella mente.
Si tratta della famiglia Famà, originaria di San Costantino Calabro, che lo scorso 18 marzo ha avuto il privilegio di incontrare in udienza privata il Santo Padre a Roma, presso la ormai nota Casa di Santa Marta.
A raccontare le suggestioni e le intense emozioni vissute in quei momenti Raffaele Famà, noto pittore e scultore ed apprezzato docente presso il Liceo Artistico di Vibo Valentia, che con il fratello Rocco, a sua volta valente decoratore, guidava la piccola delegazione ricevuta dal Papa.
L'occasione è stata data dalla consegna di una statua in terracotta alta sessanta centimetri, sapientemente plasmata da Raffaele e raffigurante San Giuseppe.
"Venuto a conoscenza della profonda devozione di Papa Francesco verso il padre putativo di Gesù - racconta Raffaele - ho sentito dentro di me l'impulso insopprimibile a dare forma all'opera che poi ho realizzato".
"A motivarmi - continua l'artista - non solo l'affetto filiale che provo nei confronti di Papa Francesco, ma anche il desiderio forte di dare vita ad un'opera che rappresentasse il vissuto della terra e della gente di Calabria. Una regione, la nostra, che si caratterizza per i numerosi problemi irrisolti e per le tante emergenze mai superate, ma anche per la profonda spiritualità e la grande generosità di un popolo che nonostante tutto non ha rinunciato a guardare al futuro con rinnovata fiducia".
"Donando quella statua - chiosa Raffaele - ho voluto simbolicamente consegnare a Papa Bergoglio, affidandolo alla sua preghiera, il futuro della nostra terra, con l'auspicio che questo gesto costituisca un buon viatico anche per l'annunciata ed ormai imminente visita pastorale del Santo Padre a Cassano all'Ionio".
Ed in questo continuo richiamo alle metafore ed ai simbolismi rientra anche la scelta del materiale utilizzato.
"L'argilla è una materia povera - evidenzia Raffaele - ma nella sua trasfigurazione artistica assume una caratteristica ed una valenza particolare: sente come la tratti e se non viene plasmata con la giusta dose di amore e passione non regge alla cottura e si spacca".
Tanti altri, nei ricordi dell'artista, i ricordi che affiorano di quegli "irripetibili momenti di commozione vissuti al cospetto del Papa".
Capace di mettere a proprio agio gli interlocutori, a cominciare dai sette tra ragazzi e bambini presenti e con i quali si è soffermato amabilmente a parlare.
Papa Francesco ha infine dimostrato di gradire molto la statua ricevuta in regalo, che ha "più volte amorevolmente toccato" cogliendo il senso profondo di un'opera che l'artista ha voluto raffigurare in modo estremamente delicato, proponendoci un San Giuseppe "ricco di tenera umanità, dolcemente proteso a carezzare con tutta la naturalezza di un padre il proprio bambino".
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 06/04/2014)

VOLLEY/SERIE D: ALLA SCOPERTA DELLA FUSCÀ, ATTESA AL RIENTRO DOPO L’INFORTUNIO


STEFANACONI: PORTE CHIUSE IN CHIESA ALL'ORCHESTRA PER FIATI DI DELIANUOVA

(STEFANACONI) Ripetutamente pubblicizzato nei giorni precedenti, l'atteso concerto dell'Orchestra per fiati di Delianuova (RC) ha rischiato di saltare all'ultimo momento.
A renderne incerto lo svolgimento, la rigida presa di posizione delle gerarchie ecclesiali diocesane che, rifacendosi ad un precedente disposto, hanno preteso di fare valere anche in questa occasione l'assoluto divieto di svolgere manifestazioni "laiche", e quindi anche concerti di musica classica, all'interno delle chiese.
Stefanaconi VV: Concerto Orchestra Giovanile Delianuova
Un atteggiamento di chiusura che ha indotto padre Carmelo Andreacchio, parroco di Stefanaconi, a ritornare sui propri passi e di conseguenza revocare l'autorizzazione precedentemente concessa per lo svolgimento della manifestazione nella chiesa di San Nicola Vescovo.
Come era prevedibile l'atteggiamento di rigida interpretazione della norma ha provocato non poche perplessità tra i cittadini che peraltro, in un momento particolarmente difficile come quello attuale della loro comunità per i noti fatti di cronaca nera che la stanno interessando, forse ben altra disponibilità e sensibilità si sarebbero aspettati dalle autorità diocesane.
Anche alla luce dei quotidiani ammonimenti di Papa Francesco verso il clero per una Chiesa sempre più aperta e solidale verso le istanze della società.
Per fortuna, a scongiurare la cancellazione dell'avvenimento, l'impegno profuso dalla professoressa Maria Maddalena Panebianco da sempre impegnata nella diffusione tra i giovani della pratica musicale intesa come fattore di arricchimento culturale e valido mezzo di contrasto alle diverse forme di devianza giovanile.
Anche in questa occasione la prof. Panebianco non si è persa d'animo e, supportata logisticamente dall'amministrazione comunale, è riuscita nell'intento di collocare alla meno peggio l'orchestra giovanile reggina garantendo la loro esibizione nella prestigiosa, seppure un pò stretta, sede di Palazzo Carullo, ubicato nel centro cittadino.
La performance degli ottanta artisti ha letteralmente entusiasmato il pubblico presente, che ha sottolineato con ripetuti e scroscianti applausi l'esecuzione dei brani in repertorio.
 Il concerto dell'orchestra di fiati è ormai diventato una tradizione per Stefanaconi, da quando la scuola cittadina è diventata uno dei dieci istituti polo del progetto regionale "Più musica più scuola, più musica più legalità", fortemente voluto dall'assessore alla cultura Mario Caligiuri per implementare l'offerta formativa nelle realtà territoriali maggiormente a rischio delle cinque province calabresi.
Costituita nell'ormai lontano 2001 ed ininterrottamente guidata dal maestro Gaetano Pisano, l'orchestra giovanile di Delianuova è balzata agli onori della cronaca musicale internazionale nel 2008 quando il grande Riccardo Muti volle personalmente dirigerla nella cerimonia di apertura del Ravenna Festival.
E proprio sull’esperienza acquisita dall’orchestra e sulla sua capacità di veicolare presso i giovani un credibile messaggio di promozione artistica e sociale si fonda il progetto scolastico regionale che è servito, nel caso specifico dell'istituto comprensivo Sant'Onofrio-Stefanaconi, ad arricchire la formazione artistico-musicale di quindici studenti locali.


(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 05/04/2014)