VIBO VALENTIA: STATUA DI SAN GIUSEPPE PORTATA IN DONO DALL'ARTISTA FAMA' AL SANTO PADRE

(Vibo Valentia) In solo un anno dall'ascesa al "Soglio di Pietro", Papa Francesco ha saputo riaccendere in milioni di credenti la speranza verso una Chiesa capace di aprirsi e rinnovarsi.
I gesti e le parole, le carezze e gli abbracci che ne hanno accompagnato ogni uscita pubblica hanno fortemente caratterizzato l'operato di papa Bergoglio, il pontefice "venuto quasi dalla fine del mondo", catalizzando sul suo operato e sul suo stile di vita una attenzione mediatica planetaria.
A lui ed all'autorevole dolcezza dei sui moniti e dei suoi insegnamenti guardano tutti con immutata attenzione: dai potenti della terra ai comuni credenti che, pur dibattendosi tra i mille problemi di ogni giorno, traggono dalle sue esortazioni e meditazioni utili spunti per il loro arricchimento spirituale ed umano.
E proprio ad una "normale" famiglia del vibonese è toccato di vivere una esperienza che di sicuro rimarrà indelebile nel cuore e nella mente.
Si tratta della famiglia Famà, originaria di San Costantino Calabro, che lo scorso 18 marzo ha avuto il privilegio di incontrare in udienza privata il Santo Padre a Roma, presso la ormai nota Casa di Santa Marta.
A raccontare le suggestioni e le intense emozioni vissute in quei momenti Raffaele Famà, noto pittore e scultore ed apprezzato docente presso il Liceo Artistico di Vibo Valentia, che con il fratello Rocco, a sua volta valente decoratore, guidava la piccola delegazione ricevuta dal Papa.
L'occasione è stata data dalla consegna di una statua in terracotta alta sessanta centimetri, sapientemente plasmata da Raffaele e raffigurante San Giuseppe.
"Venuto a conoscenza della profonda devozione di Papa Francesco verso il padre putativo di Gesù - racconta Raffaele - ho sentito dentro di me l'impulso insopprimibile a dare forma all'opera che poi ho realizzato".

"A motivarmi - continua l'artista - non solo l'affetto filiale che provo nei confronti di Papa Francesco, ma anche il desiderio forte di dare vita ad un'opera che rappresentasse il vissuto della terra e della gente di Calabria. Una regione, la nostra, che si caratterizza per i numerosi problemi irrisolti e per le tante emergenze mai superate, ma anche per la profonda spiritualità e la grande generosità di un popolo che nonostante tutto non ha rinunciato a guardare al futuro con rinnovata fiducia".
"Donando quella statua - chiosa Raffaele - ho voluto simbolicamente consegnare a Papa Bergoglio, affidandolo alla sua preghiera, il futuro della nostra terra, con l'auspicio che questo gesto costituisca un buon viatico anche per l'annunciata ed ormai imminente visita pastorale del Santo Padre a Cassano all'Ionio".
Ed in questo continuo richiamo alle metafore ed ai simbolismi rientra anche la scelta del materiale utilizzato.
"L'argilla è una materia povera - evidenzia Raffaele - ma nella sua trasfigurazione artistica assume una caratteristica ed una valenza particolare: sente come la tratti e se non viene plasmata con la giusta dose di amore e passione non regge alla cottura e si spacca".
Tanti altri, nei ricordi dell'artista, i ricordi che affiorano di quegli "irripetibili momenti di commozione vissuti al cospetto del Papa".
Capace di mettere a proprio agio gli interlocutori, a cominciare dai sette tra ragazzi e bambini presenti e con i quali si è soffermato amabilmente a parlare.
Papa Francesco ha infine dimostrato di gradire molto la statua ricevuta in regalo, che ha "più volte amorevolmente toccato" cogliendo il senso profondo di un'opera che l'artista ha voluto raffigurare in modo estremamente delicato, proponendoci un San Giuseppe "ricco di tenera umanità, dolcemente proteso a carezzare con tutta la naturalezza di un padre il proprio bambino".
(Raffaele Lopreiato) (Vibo Valentia) In solo un anno dall'ascesa al "Soglio di Pietro", Papa Francesco ha saputo riaccendere in milioni di credenti la speranza verso una Chiesa capace di aprirsi e rinnovarsi.
I gesti e le parole, le carezze e gli abbracci che ne hanno accompagnato ogni uscita pubblica hanno fortemente caratterizzato l'operato di papa Bergoglio, il pontefice "venuto quasi dalla fine del mondo", catalizzando sul suo operato e sul suo stile di vita una attenzione mediatica planetaria.
A lui ed all'autorevole dolcezza dei sui moniti e dei suoi insegnamenti guardano tutti con immutata attenzione: dai potenti della terra ai comuni credenti che, pur dibattendosi tra i mille problemi di ogni giorno, traggono dalle sue esortazioni e meditazioni utili spunti per il loro arricchimento spirituale ed umano.
E proprio ad una "normale" famiglia del vibonese è toccato di vivere una esperienza che di sicuro rimarrà indelebile nel cuore e nella mente.
Si tratta della famiglia Famà, originaria di San Costantino Calabro, che lo scorso 18 marzo ha avuto il privilegio di incontrare in udienza privata il Santo Padre a Roma, presso la ormai nota Casa di Santa Marta.
A raccontare le suggestioni e le intense emozioni vissute in quei momenti Raffaele Famà, noto pittore e scultore ed apprezzato docente presso il Liceo Artistico di Vibo Valentia, che con il fratello Rocco, a sua volta valente decoratore, guidava la piccola delegazione ricevuta dal Papa.
L'occasione è stata data dalla consegna di una statua in terracotta alta sessanta centimetri, sapientemente plasmata da Raffaele e raffigurante San Giuseppe.
"Venuto a conoscenza della profonda devozione di Papa Francesco verso il padre putativo di Gesù - racconta Raffaele - ho sentito dentro di me l'impulso insopprimibile a dare forma all'opera che poi ho realizzato".
"A motivarmi - continua l'artista - non solo l'affetto filiale che provo nei confronti di Papa Francesco, ma anche il desiderio forte di dare vita ad un'opera che rappresentasse il vissuto della terra e della gente di Calabria. Una regione, la nostra, che si caratterizza per i numerosi problemi irrisolti e per le tante emergenze mai superate, ma anche per la profonda spiritualità e la grande generosità di un popolo che nonostante tutto non ha rinunciato a guardare al futuro con rinnovata fiducia".
"Donando quella statua - chiosa Raffaele - ho voluto simbolicamente consegnare a Papa Bergoglio, affidandolo alla sua preghiera, il futuro della nostra terra, con l'auspicio che questo gesto costituisca un buon viatico anche per l'annunciata ed ormai imminente visita pastorale del Santo Padre a Cassano all'Ionio".
Ed in questo continuo richiamo alle metafore ed ai simbolismi rientra anche la scelta del materiale utilizzato.
"L'argilla è una materia povera - evidenzia Raffaele - ma nella sua trasfigurazione artistica assume una caratteristica ed una valenza particolare: sente come la tratti e se non viene plasmata con la giusta dose di amore e passione non regge alla cottura e si spacca".
Tanti altri, nei ricordi dell'artista, i ricordi che affiorano di quegli "irripetibili momenti di commozione vissuti al cospetto del Papa".
Capace di mettere a proprio agio gli interlocutori, a cominciare dai sette tra ragazzi e bambini presenti e con i quali si è soffermato amabilmente a parlare.
Papa Francesco ha infine dimostrato di gradire molto la statua ricevuta in regalo, che ha "più volte amorevolmente toccato" cogliendo il senso profondo di un'opera che l'artista ha voluto raffigurare in modo estremamente delicato, proponendoci un San Giuseppe "ricco di tenera umanità, dolcemente proteso a carezzare con tutta la naturalezza di un padre il proprio bambino".
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 06/04/2014)