(Sant'Onofrio, Luglio 2001) Gerardo D'Urzo e don Primo Ferrari in occasione de "La Festa del Paese" organizzata dal periodico La Voce di Sant'Onofrio) |
L’occasione, la solenne celebrazione liturgica presieduta dal parroco don Franco Fragalà.
Sarà questo il modo per ricordare una delle fasi cruciali della vocazione giovanile di questo sacerdote che, nel prosieguo della sua missione pastorale nella congregazione fondata da san Giovanni Calabria è arrivato a rivestire il ruolo di vicario generale.
Siamo nel 1968, nel pieno della contestazione giovanile, quando don Primo apre con i suoi confratelli una missione a Sant’Onofrio.
E subito scocca la scintilla tra i giovani del luogo e questo prete anticonformista che, sin dal primo momento, riesce ad infrangere i vecchi schemi e disvela il volto di una chiesa nuova, capace di incanalare lungo i sentieri della solidarietà e del dialogo le istanze di cambiamento che soffiano nella società.
Anche a Sant’Onofrio, dove per la prima volta quelli che rimarranno nella memoria collettiva come i “ragazzi di don Primo” provano a rendersi protagonisti attivi della loro comunità, ricavando un’esperienza educativa che li segnerà per la vita.
Gerardo D’Urzo, già presidente dell’Ordine dei medici ed affermato pediatra, è uno di quei “ragazzi” e con lui proviamo a tratteggiare la figura di don Primo.
“Un uomo dall’innato carisma che anticipando i tempi comprese che la strada dell’evangelizzazione si poteva percorrere anche fuori dalle mura di una chiesa”.
Così D’Urzo ricorda il “suo” don Primo, capace di “rompere vecchie logiche, favorendo l’incontro fino ad allora impensabile tra ragazzi e ragazze e tra appartenenti ad opposte ideologie politiche” portando tutti ad un confronto costruttivo sui “temi a lui cari della condivisione e della carità”.
“In quel pur breve periodo della sua permanenza tra noi - continua D’Urzo - che non esito a definire la primavera di Sant’Onofrio, don Primo riuscì a trasmetterci l’idea che nessuna impresa è preclusa a chi ha la perseveranza di perseguirla in giustizia ed umiltà. E proprio questo principio credo sia stato alla base delle esperienze di tutti coloro che ebbero la fortuna di formarsi con lui, attingendo al suo senso del lavoro ed alla sua profondità spirituale”.
“Spesso - conclude Gerardo D’Urzo - mi ritrovo a pensare con grande nostalgia a quel periodo importante della mia vita che inevitabilmente identifico con la canzone Amico Gen. Era questa infatti la colonna sonora che accompagnava ogni nostra iniziativa al fianco di don Primo in quella che è stata la breve quanto intensa stagione di rinascita della nostra comunità”.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 21/12/2014)