L’asilo nido di via Melissandra potrebbe non essere più gestito dal Comune |
(SANT‘ONOFRIO) Come un fulmine a ciel sereno la notizia, nella mattinata di lunedì scorso, si è rapidamente propagata dall’edificio di via Melissandra nell’intero paese, animando il dibattito politico e sociale.
L’asilo nido comunale, a meno di un miracolo che ormai gli stessi amministratori considerano di difficile realizzazione, non riaprirà più i battenti.
Almeno nei modi e termini in cui è stato conosciuto ed apprezzato dalle famiglie santonofresi e dell’intero comprensorio nei trentadue anni trascorsi dalla sua istituzione.
Dal prossimo primo settembre, infatti, sempre nei locali di via Melissandra, che verranno dati in concessione, i nuovi iscritti saranno con ogni probabilità accolti dai gestori e dal personale educativo della società privata che nel frattempo si sarà aggiudicato l’appalto per l’esternalizzazione dell’importante quanto indispensabile servizio di assistenza all’infanzia.
A far suonare il primo campanello d’allarme, già nei giorni scorsi, era stata la mancata distribuzione alle famiglie dei modellini relativi alle iscrizioni per il prossimo anno che, come da tradizione, per ragioni di programmazione avveniva a conclusione dell’anno scolastico in corso.
Di fronte alle pressanti richieste di chiarimenti da parte delle famiglie, trapelavano le prime ammissioni da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Tito Rodà.
Il tutto veniva poi ufficializzato nel corso di un incontro tra il personale interessato e l'amministrazione al gran completo.
In questa occasione, dopo aver espresso tutto il suo “profondo rammarico umano ed istituzionale” per una decisione così drastica che mai e poi mai avrebbe voluto assumere, il sindaco Rodà illustrava le ragioni della scelta, alla cui base vi è una duplice ineludibile necessità.
Da un lato la pressante esigenza, comune a tutti gli enti locali alle prese con i continui tagli dei trasferimenti statali, di contenere i costi anche attraverso il sacrificio di prestazioni e servizi ritenuti essenziali come, appunto, l’asilo nido.
Dall’altro, stante l’impossibilità di rimpinguare in altro modo la sempre più smagrita pianta organica comunale, l’opportunità di utilizzare il personale attualmente in servizio presso l’asilo nido nei diversi uffici, dopo un appropriato corso di formazione per le nuove mansioni e responsabilità cui sarà chiamato.
Una soluzione che, pur garantendo gli attuali livelli occupazionali ed allontanando lo spettro
della temuta “mobilità” fuori comune, certo non rasserena le cinque educatrici d’infanzia in servizio, tutte assunte della prima ora.Un servizio di primissimo livello, quello da loro svolto, riconosciuto dall’ormai lontano 1981 da generazioni di mamme e papà, che hanno sempre trovato nella struttura di via Melissandra il calore e l’accoglienza necessari per i loro figli in così tenera età.
E certificato ulteriormente dagli attestati di stima che in queste ore stanno provenendo anche dai genitori dei circa quaranta bambini attualmente iscritti, che già preannunciano forme di mobilitazione anche estrema per indurre l’amministrazione Rodà a tornare sui propri passi.
Magari attraverso l’individuazione di una soluzione di compromesso che, ritoccando all’insù le rette di iscrizione, consenta il mantenimento ancora in “quota pubblica” di una struttura educativa da sempre considerata il “fiore all’occhiello” della comunità santonofrese.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 26/06/2013)