Onofrio Adriano Barbieri nel suo salone torinese |
(SANT’ONOFRIO) Potrebbe presto trovare casa in uno dei comuni della nostra provincia un museo davvero originale capace di raccontare, attraverso l’esposizione di oltre 40mila pezzi, la storia di uno dei mestieri più antichi: quello del barbiere.
Tutto nasce dalla passione di Onofrio Adriano Barbieri, un predestinato già nel cognome che, partito così come tanti coetanei negli anni Settanta e con la classica valigia di cartone, alla volta di Torino in cerca di fortuna con la classica valigia di cartone, ha saputo coniugare lavoro e amore per le cose belle. Trasformando nel tempo la sua “barberia”, situata nel cuore di Torino, in una sala espositiva permanente dei “ferri del mestiere” che andavano via via arricchendo l’originale collezione.
Si tratta per lo più di pezzi unici nel loro genere, reperiti con pazienza certosina da Barbieri setacciando i mercatini dell’usato di mezza Italia e della vicina Francia.
Tra i pezzi pregiati, spicca la collezione di oltre duemila rasoi, tra i quali quello cosiddetto a “Croce di Malta” appartenuto al grande scrittore Gabriele D’annunzio.
Non mancano poi i phon, gli arricciacapelli ad alcool o a gas, le caratteristiche insegne in ottone dei negozi di barbiere dei primi dell’Ottocento e, ancora, risalenti al Settecento, le cosiddette “barberine”, vaschette sagomate in rame che si appoggiavano al collo dei clienti per evitare di sporcarli.
Una collezione che comunque non può considerarsi ancora conclusa perché, come afferma Adriano Barbieri, nonostante i “sacrifici ed i costi economici sostenuti in questi anni, ancora oggi non perdo occasione per cercare nel più sperduto mercatino delle pulci qualche nuovo e affascinante cimelio”.
Impegnato attivamente anche in campo sociale ed in politica, attualmente riveste nel capoluogo piemontese la carica di consigliere di circoscrizione, Barbieri non ha mai dimenticato le sue origini calabresi. Segnalandosi, in più occasioni, per iniziative di elevato spessore culturale, tra le quali spiccano le donazioni artistiche gratuite a favore del museo Murattiano di Pizzo e della comunità santonofrese.
Nell’ottica di un rinsaldato legame con la terra d’origine si inquadra anche l’attuale disponibilità manifestata da Adriano Barbieri per l’apertura nella nostra provincia del primo “museo nazionale del
Barbiere” che, una volta realizzato, potrebbe rivelarsi secondo l’ideatore un “sicuro richiamo turistico, con le prevedibili ricadute economiche che ne potrebbero derivare”.
Barbiere” che, una volta realizzato, potrebbe rivelarsi secondo l’ideatore un “sicuro richiamo turistico, con le prevedibili ricadute economiche che ne potrebbero derivare”.
(Raffaele Lopreiato)