Manuel Belgrano |
Carissimi,
lunedì 27 febbraio sarà festeggiato in Argentina il bicentennario della creazione della Bandiera Argentina da Manuel Belgrano.
Manuel José Joaquín del Corazón de Jesús Belgrano è nato a Buenos Aires il 3 giugno 1770, figlio di Domenico Belgrano (oriundo di Oneglia, attuale Imperia, nella Liguria) e María Josefa González. Laureato in Leggi con medaglia d'oro presso l'università spagnole di Salamanca e Valladolid, partecipò nei successi che scatenarono la Rivoluzione del 25 maggio 1810, della quale è uscita la prima giunta di Governo patrio, e di cui fece parte come consigliere, assieme un suo cugino, Juan José Castelli (figlio di un medico veneziano).
Sulla fine del 1811, gli spagnoli di Montevideo, hanno cominciato a stuzzicare le coste del fiume Paraná per ostilizzare il nuovo governo istallato a Buenos Aires. Quindi, la giunta patriota incarica l'avvocato Manuel Belgrano di fortificare la riva vicina alla villa del Rosario, 300 chilometri al Nord della capitale del Plata. Lui arriva nella zona il 10 febbraio con un regimento di fanteria, rafforzato con milizie locali, e da inizio alla costruzione di due batterie, una sullo stesso burrone, cui nomina Libertá, e l'altra su una isola, oramai scomparsa, la quale sarebbe battezzata Indipendenza.
Il 13 febbraio Belgrano propone alla Giunta di governo una coccarda che dovrebbe unificare gli stendardi usati fin quel momento dai diversi regimenti, perchè secondo lui “ciò era un segno di divisione, come un’ombra che, se fosse necessario, doveva allontanarsi". Nel momento in cui il governo riceve la tale nota, arriva pure a Buenos Aires la notizia che il Congresso di Caracas aveva dichiarato l'independenza del Venezuela il 5 luglio 1811. Per diminuire la tensione locale e soddisfare il sentimento popolare appunto molto indipendentista, il Governo accetta l'iniziativa del Belgrano con un decreto del 18 febbraio, addottando una "coccarda nazionale delle Provincias Unidas del Río de la Plata" con i colori azzurro-celeste e bianco, di uso obbligatorio per le truppe, ma permettendo portarla pure a qualsiasi persona civile "come distinzione del nostro attuale sistema".
Belgrano consegna le coccarde alle truppe giorno 23, informando al governo che "si è messo in pratica l'ordine del 18 corrente per l'uso de la coccarda nazionale che ha mandato V.E., la quale decissione è stata accolta con grande gioia ed ha tirato fuori il desiderio dei veri figli della Patria nel senso che vengano presi altre dichiarazioni di V.E. che possano confermare ai nostri nemici della ferma risoluzione in cui ci siamo di sostenere l'indipendenza dell'America". Forse quel giorno, nel momento in cui ricevette la comunicazione guvernativa sull'adozione della coccarda, Belgrano ha avuto l'idea di battezzare la seconda batteria ancora non finita con il nome di Indipendenza.
Verso il tramonto del 27 febbraio, Belgrano pronnuncia un discorso alle truppe, omettendo ogni riferimento al re spagnolo Ferdinando VII: "Soldati della Patria: in questo punto (la batteria Libertá) abbiamo avuto la gloria di vestire la coccarda nazionale che ha sancito il nostro Ill.mo Governo. In quel punto (la batteria Independenza) le nostre arme avranno di ingrandire questa gloria. Giuriamo vincere gli nemici interiori ed anche quegli dell'estero, ed il SudAmerica sarà il templo della Indipendenza e della Libertà. In fede del vostro giuramento, dite con me ¡Evviva la Patria!".
lunedì 27 febbraio sarà festeggiato in Argentina il bicentennario della creazione della Bandiera Argentina da Manuel Belgrano.
Manuel José Joaquín del Corazón de Jesús Belgrano è nato a Buenos Aires il 3 giugno 1770, figlio di Domenico Belgrano (oriundo di Oneglia, attuale Imperia, nella Liguria) e María Josefa González. Laureato in Leggi con medaglia d'oro presso l'università spagnole di Salamanca e Valladolid, partecipò nei successi che scatenarono la Rivoluzione del 25 maggio 1810, della quale è uscita la prima giunta di Governo patrio, e di cui fece parte come consigliere, assieme un suo cugino, Juan José Castelli (figlio di un medico veneziano).
Sulla fine del 1811, gli spagnoli di Montevideo, hanno cominciato a stuzzicare le coste del fiume Paraná per ostilizzare il nuovo governo istallato a Buenos Aires. Quindi, la giunta patriota incarica l'avvocato Manuel Belgrano di fortificare la riva vicina alla villa del Rosario, 300 chilometri al Nord della capitale del Plata. Lui arriva nella zona il 10 febbraio con un regimento di fanteria, rafforzato con milizie locali, e da inizio alla costruzione di due batterie, una sullo stesso burrone, cui nomina Libertá, e l'altra su una isola, oramai scomparsa, la quale sarebbe battezzata Indipendenza.
Il 13 febbraio Belgrano propone alla Giunta di governo una coccarda che dovrebbe unificare gli stendardi usati fin quel momento dai diversi regimenti, perchè secondo lui “ciò era un segno di divisione, come un’ombra che, se fosse necessario, doveva allontanarsi". Nel momento in cui il governo riceve la tale nota, arriva pure a Buenos Aires la notizia che il Congresso di Caracas aveva dichiarato l'independenza del Venezuela il 5 luglio 1811. Per diminuire la tensione locale e soddisfare il sentimento popolare appunto molto indipendentista, il Governo accetta l'iniziativa del Belgrano con un decreto del 18 febbraio, addottando una "coccarda nazionale delle Provincias Unidas del Río de la Plata" con i colori azzurro-celeste e bianco, di uso obbligatorio per le truppe, ma permettendo portarla pure a qualsiasi persona civile "come distinzione del nostro attuale sistema".
Belgrano consegna le coccarde alle truppe giorno 23, informando al governo che "si è messo in pratica l'ordine del 18 corrente per l'uso de la coccarda nazionale che ha mandato V.E., la quale decissione è stata accolta con grande gioia ed ha tirato fuori il desiderio dei veri figli della Patria nel senso che vengano presi altre dichiarazioni di V.E. che possano confermare ai nostri nemici della ferma risoluzione in cui ci siamo di sostenere l'indipendenza dell'America". Forse quel giorno, nel momento in cui ricevette la comunicazione guvernativa sull'adozione della coccarda, Belgrano ha avuto l'idea di battezzare la seconda batteria ancora non finita con il nome di Indipendenza.
Verso il tramonto del 27 febbraio, Belgrano pronnuncia un discorso alle truppe, omettendo ogni riferimento al re spagnolo Ferdinando VII: "Soldati della Patria: in questo punto (la batteria Libertá) abbiamo avuto la gloria di vestire la coccarda nazionale che ha sancito il nostro Ill.mo Governo. In quel punto (la batteria Independenza) le nostre arme avranno di ingrandire questa gloria. Giuriamo vincere gli nemici interiori ed anche quegli dell'estero, ed il SudAmerica sarà il templo della Indipendenza e della Libertà. In fede del vostro giuramento, dite con me ¡Evviva la Patria!".
Monumento a Manuel Belgrano |
Non c'è stato un giuramento alla bandiera ma di "vincere gli nemici", forse in attesa della confermazione delle autorità. Poco più tardi, "sono le 6.45 del pomeriggio" dice la nota, Belgrano ha scritto il verbale indirizzato al Governo, e conclude: "...Essendo preciso innalzare una bandiera, e non avendola, ho ordinato di farla bianca e celeste, conforme ai colori della coccarda nazionale"
Belgrano non ha detto una parola sulla benedizione o il giuramento alla bandiera, essendo notevole questo fatto, poicchè lui informava normalmente i suoi movimenti con minuziosi dettagli. Ma la bandiera c'è stata.
Al bianco (argento) sfoggiato nelle gloriose giornate di maggio del 1810, che simbolizzava il fiume che ha dato suo nome al Paese, si è aggiunto l'azzurro dello stemma di Buenos Aires. Però Belgrano ha detto celeste e non azzurra o azzurro-celeste com'era la coccarda. Forse perchè i colori dello stemma di Buenos Aires dipinto nelle mura del Cabildo erano già impalliditi per il passo del tempo e non era così nítido quell'azzurro. Perchè, per essere precisi, il celeste non è un colore dell'araldica, ma un tono dell'azzurro. Perciò, quando venne dichiarata l'Indipendenza nel Congresso di Tucumán di 1816 si sono stabiliti i colori della bandiera in bianco e azzurro.
La definizione dell'azzurro nel vocabolario italiano è il colore del cielo sereno, ciò che assimiglia a quanto sancito dal governo argentino in una legge degli anni '30 dicendo che il celeste della bandiera fosse come il colore del cielo all'alba, in una giornata chiara, serena. Da recente, si sono sistemati i colori in base alle norme IRAM, istituto rappresentante della ISO in Argentina.
Non è ormai conosciuta la disposizione dei colori della bandiera inalberata sulle rive del Paraná, se erano tre striscie orizzontali o due verticali. Senz’altro il colore principale doveva essere il bianco, il colore argentino dell’araldica, e -per tanto- occupare il centro nella bandiera di tre striscie orizzontali o assieme all’asta in quella di due fascie verticali.
Le autorità di Buenos Aires hanno ammonito per lettera a Belgrano negli inizi di marzo, dicendo che "faccia passare per un raptus di entusiasmo l’incidente della bandiera celeste e bianca inalberata, nascondendola con cura". Ma Belgrano non ricevette il rimprovero perchè oramai si era messo in viaggio per assumere il comando dell’Esercito del Nord, carica per la quale era stato nominato lo stesso giorno 27 febbraio dal proprio Governo.
A luglio Belgrano scriveva alla Giunta: "...la batteria doveva proteggere, non c’era una bandiera ed ho pensato che sarebbe la bianca e celeste quella che ci distinguerebbe come la coccarda e ciò, con il mio desiderio che queste provincie siano annoverate come una delle nazioni del globo, mi è spinto a farlo".
Infatti, ce l’ha fatta, perchè la bianca e celeste ha ondeggiato per la prima volta e per sempre, 200 anni fa, il 27 febbraio 1812, in un burrone vicino alla villa del Rosario, sulle rive del Paraná, il Padre dei Fiumi, in lingua guaraní, per iniziativa di Manuel Belgrano, il più grande degli italiani nato in Argentina.
Belgrano non ha detto una parola sulla benedizione o il giuramento alla bandiera, essendo notevole questo fatto, poicchè lui informava normalmente i suoi movimenti con minuziosi dettagli. Ma la bandiera c'è stata.
Al bianco (argento) sfoggiato nelle gloriose giornate di maggio del 1810, che simbolizzava il fiume che ha dato suo nome al Paese, si è aggiunto l'azzurro dello stemma di Buenos Aires. Però Belgrano ha detto celeste e non azzurra o azzurro-celeste com'era la coccarda. Forse perchè i colori dello stemma di Buenos Aires dipinto nelle mura del Cabildo erano già impalliditi per il passo del tempo e non era così nítido quell'azzurro. Perchè, per essere precisi, il celeste non è un colore dell'araldica, ma un tono dell'azzurro. Perciò, quando venne dichiarata l'Indipendenza nel Congresso di Tucumán di 1816 si sono stabiliti i colori della bandiera in bianco e azzurro.
La definizione dell'azzurro nel vocabolario italiano è il colore del cielo sereno, ciò che assimiglia a quanto sancito dal governo argentino in una legge degli anni '30 dicendo che il celeste della bandiera fosse come il colore del cielo all'alba, in una giornata chiara, serena. Da recente, si sono sistemati i colori in base alle norme IRAM, istituto rappresentante della ISO in Argentina.
Non è ormai conosciuta la disposizione dei colori della bandiera inalberata sulle rive del Paraná, se erano tre striscie orizzontali o due verticali. Senz’altro il colore principale doveva essere il bianco, il colore argentino dell’araldica, e -per tanto- occupare il centro nella bandiera di tre striscie orizzontali o assieme all’asta in quella di due fascie verticali.
Le autorità di Buenos Aires hanno ammonito per lettera a Belgrano negli inizi di marzo, dicendo che "faccia passare per un raptus di entusiasmo l’incidente della bandiera celeste e bianca inalberata, nascondendola con cura". Ma Belgrano non ricevette il rimprovero perchè oramai si era messo in viaggio per assumere il comando dell’Esercito del Nord, carica per la quale era stato nominato lo stesso giorno 27 febbraio dal proprio Governo.
A luglio Belgrano scriveva alla Giunta: "...la batteria doveva proteggere, non c’era una bandiera ed ho pensato che sarebbe la bianca e celeste quella che ci distinguerebbe come la coccarda e ciò, con il mio desiderio che queste provincie siano annoverate come una delle nazioni del globo, mi è spinto a farlo".
Infatti, ce l’ha fatta, perchè la bianca e celeste ha ondeggiato per la prima volta e per sempre, 200 anni fa, il 27 febbraio 1812, in un burrone vicino alla villa del Rosario, sulle rive del Paraná, il Padre dei Fiumi, in lingua guaraní, per iniziativa di Manuel Belgrano, il più grande degli italiani nato in Argentina.
Manuel Belgrano, raffigurato nella banconota da dieci pesos |
Vincitore nelle decissive battaglie di Tucumán e Salta, sconfitto poi dagli spagnoli a Vilcapugio e Ayohuma, l'avvocato militare Manuel Belgrano morì a Buenos Aires il 20 giugno 1820, nella più assoluta povertà, tanto che ha pagato gli onorari del dottore che l'ha curato con un suo orologgio e non è riuscito a lasciare nessuna eredità oltre il suo cognome ai suoi discendenti naturali.
In omaggio alla sua traiettoria ed ai suoi valori umani, intellettuali, improvissato militare eroico, amministratore ed organizzatore così efficace di truppe ed aziende, uomo onestissimo e spogliato di ogni ambizione che non sia la sovrania ed il benessere della Patria, il giorno della sua nascita é stato dichiarato dalla comunità italiana in Argentina come "Giornata dell'immgrante italiano" ed il giorno del suo passo all'immortalità è il "Giorno della Bandiera".
Un carissimo saluto dal profondo Sud del mondo, José R. Maragó.
In omaggio alla sua traiettoria ed ai suoi valori umani, intellettuali, improvissato militare eroico, amministratore ed organizzatore così efficace di truppe ed aziende, uomo onestissimo e spogliato di ogni ambizione che non sia la sovrania ed il benessere della Patria, il giorno della sua nascita é stato dichiarato dalla comunità italiana in Argentina come "Giornata dell'immgrante italiano" ed il giorno del suo passo all'immortalità è il "Giorno della Bandiera".
Un carissimo saluto dal profondo Sud del mondo, José R. Maragó.