PIZZO: PER LA FAMIGLIA FESTA-SILVESTRO STESSA SPIAGGIA E STESSO MARE DA 43 ANNI

(PIZZO) Se non è un record poco ci manca!
Nei quarantatre anni di vacanze estive ininterrottamente trascorse nella nostra regione, a Pizzo per la precisione, si è infatti snodata la storia di ben tre generazioni della famiglia Festa-Silvestro.
All’inizio furono i fratelli Giustino, Giuseppe, Celeste, Maria ed Elena che su consiglio del cugino Giovanni, capostazione a Pizzo, giunsero con le rispettive famiglie da Arzano, in provincia di Napoli.
L’intento era quello di passare insieme, dopo un anno di duro lavoro, il mese di agosto in una grande casa sul mare dove adulti e piccini avrebbero potuto godere la meritata vacanza.
Ma nulla faceva pensare, in quell’ormai lontano 1972, che la storia di questa famiglia si sarebbe così duraturamente intrecciata con quella della città e con il quartiere “Stazione” in particolare.
“Quella prima volta arrivammo a Pizzo al tramonto - ricorda la signorina Elena, ultima testimone della prima generazione della famiglia Festa - e subito ci conquistò il panorama mozzafiato della città che, arroccata intorno al maestoso castello Murat, sembrava mirabilmente sospesa tra il cielo ancora infuocato ed il mare cristallino, con sullo sfondo l‘imponente veduta dello Stromboli fumante”.
Erano anni difficili, quelli, sia per la vetustà delle vie di comunicazione, quando il “tragitto Arzano-Pizzo si protraeva oltre le dodici ore”, che per le diffidenze dei locali verso chi “veniva da fuori”.
“Sentivamo a pelle una sorta di pregiudizio nei nostri confronti - ricorda Rosaria Silvestro, figlia di Celeste e Salvatore e con i fratelli Gino e Anna continuatrice di seconda generazione del connubio con la città - che solo il tempo ed il reciproco conoscersi hanno cancellato fino a trasformarsi in autentico e condiviso sentimento di amicizia”.
Su come in questo quasi mezzo secolo Pizzo sia cambiata, il giudizio è un po’ severo.
“Nei primi anni - ricorda Rosaria - la città, e la Stazione in particolare, appariva a noi in tutta la sua spontaneità. Ricordo come fosse ieri le tante barche di pescatori che ogni mattina all’alba prendevano il largo per fare ritorno dopo il tramonto con il pescato che subito veniva rivenduto ai villeggianti”.
“Si toccava con mano - prosegue Rosaria - il gusto per le cose semplici ed anche in vacanza traspariva l’ottimismo per un futuro migliore”.
“Oggi invece - è la sua amara riflessione - prevale l’individualismo, c’è meno voglia di socializzare come invece puntualmente avveniva nelle estati di allora attraverso l’allestimento di iniziative e rappresentazioni, quella del pirata Sandokan su tutte, che registravano la corale partecipazione dei residenti e non”.
Tra i suggerimenti che si sente di dare agli amministratori di oggi per una Pizzo al passo con le esigenze di un turismo di qualità, Rosaria individua la “necessità di una maggiore pulizia delle spiagge, nuovi spazi verdi ed aree attrezzate, strutture ad hoc capaci di attrarre i giovani e le famiglie”.
Il tutto, comunque, senza sminuire il valore ormai ideale che Pizzo ha assunto per la famiglia Festa-Silvestro.
Testimonial credibile di un ipotetico spot promozionale che per Rosaria vede la città di Pizzo eletta a “luogo dell’anima, dove nel succedersi delle tante estati trascorse subentra emotivamente la nostalgia dei bei ricordi che ad essa ci legano con i tanti cari che non ci sono più, in un ideale passaggio del testimone tra loro ed il futuro della nostra famiglia identificato nella continuità generazionale dei nostri ragazzi Claudia, Marco, Francesca e Rebecca”.

(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 24/08/2014)