Il Prefetto di Vibo Valentia Dr. Michele Di Bari |
A distanza di sei mesi dalla temporanea chiusura del Posto di mantenimento dell’Anas di Sant’Onofrio e del trasferimento dei 24 dipendenti a Lamezia Terme nulla è stato fatto per eliminare l’inagibilità dei locali della sede, posta a base del provvedimento. «Non si sono ancora visti – afferma Luciano Prestia, segretario provinciale della Uil – né progettisti né operai e nulla si è mosso per ripristinare la funzionalità degli uffici vibonesi». E siccome in questa martoriata terra tutto quello che viene assunto in via temporanea tende sempre a diventare qualcosa di definitivo, il sindacalista mette mano alla tastiera e riempie due cartelle di fondate rimostranze che invia al prefetto Michele di Bari e alla direzione dell’Anas. Inequivocabile il messaggio: il Posto di mantenimento di Sant’Onofrio va riattivato nella maniera più tempestiva possibile.
Sei mesi, in altre parole, sono trascorsi inutilmente e, di conseguenza, parlare di «temporaneità » del provvedimento potrebbe essere il solito, banale pretesto per smantellare una struttura che ha sempre operato bene.
Al di là delle responsabilità, che pur vanno ricercate, sulla cattiva gestione della sede di Sant’Onofrio al punto da essere dichiarata inagibile, «la chiusura del Posto di
mantenimento santonofrese – sostiene il responsabile della Uil – comporta da sei mesi un duplice disagio: da un lato per i 24 dipendenti trasferiti a Lamezia, dall’altro il rischio di disservizi agli automobilisti alla vigilia del periodo estivo con tutte le sue criticità. Infatti molti degli operai, diversi dei quali abitano a Mileto, Nicotera, Vallelonga, Tropea, San Calogero, sono costretti a recarsi a Lamezia per prendere servizio e poi tornare indietro verso Vibo per raggiungere il tratto autostradale di competenza». Un disagio che evidentemente alle teste pensanti dell’Anas non fa né caldo né freddo così come non è per loro motivo di preoccupazione «l’esborso, per compiere i circa60 km giornalieri in più richiesti da questa nuova disposizione, che non viene loro rimborsato ». Ma c’è un altro aspetto alquanto delicato che riguarda le squadre di operai di pronto intervento. «Con la nuova destinazione – denuncia – la loro capacità operativa e la possibilità di giungere rapidamente sul luogo assegnato, sono ampiamente compromesse. La vecchia postazione vibonese – aggiunge –certamente li collocava in posizione ottimale per qualsiasi tipo di intervento». Né va trascurato il fatto che la sede lametina che ospita i 24 dipendenti «non è provvista – rimarca il responsabile provinciale della Uil – di telefono, fax, internet e quindi non offre le dovute garanzie di pronto intervento». Da qui l’appello di Prestia al Prefetto affinché indica al più presto un incontro con i dirigenti dell’Anas per cercare di porre rimedio all’incresciosa situazione.
mantenimento santonofrese – sostiene il responsabile della Uil – comporta da sei mesi un duplice disagio: da un lato per i 24 dipendenti trasferiti a Lamezia, dall’altro il rischio di disservizi agli automobilisti alla vigilia del periodo estivo con tutte le sue criticità. Infatti molti degli operai, diversi dei quali abitano a Mileto, Nicotera, Vallelonga, Tropea, San Calogero, sono costretti a recarsi a Lamezia per prendere servizio e poi tornare indietro verso Vibo per raggiungere il tratto autostradale di competenza». Un disagio che evidentemente alle teste pensanti dell’Anas non fa né caldo né freddo così come non è per loro motivo di preoccupazione «l’esborso, per compiere i circa
GAZZETTA DEL SUD 24/06/2012