L’assessore Crupi, Petrolo (Cia), il sindaco Rizzo e Zappino (Confagricoltura) |
(MAIERATO) E’ una rabbia non facile da contenere quella degli imprenditori agricoli del vibonese che si ritrovano impotenti di fronte all’allarme cinghiali che sta letteralmente mettendo in ginocchio le loro aziende, assumendo sempre più i contorni di una vera e propria emergenza sociale ed economica.
In effetti, non passa giorno senza che si aggiungano nuove segnalazioni di raid notturni di cinghiali che devastano campi, distruggono recinzioni e si scontrano con automezzi, arrivando ormai con le loro scorribande finanche nelle zone costiere e nei centri abitati.
Una rabbia che si è manifestata anche a Maierato, dove nella sala consiliare si sono ritrovati nella serata di lunedì scorso decine di agricoltori per un serrato confronto con rappresentanti istituzionali e delle associazioni di categoria.
Dopo il saluto di apertura del sindaco Sergio Rizzo è toccato a Domenico Petrolo, presidente provinciale della Cia, fare il punto sulla situazione che non ha esitato a definire “drammatica, per l’inarrestabile proliferare di questi ungulati che ormai a migliaia distruggono tutto ciò che incontrano sul loro cammino mettendo sul lastrico decine di imprenditori”.
“Il tutto – ha continuato Petrolo – mentre le autorità preposte continuano a dibattere in modo accademico sulla questione, rinviando le pur auspicate decisioni da adottare”.
Un gruppo di cacciatori - selettori |
“Da parte nostra – ha poi ribadito il presidente Cia – abbiamo posto in modo unitario l’emergenza cinghiali in cima alle priorità del mondo agricolo che oggi più che mai si sente abbandonato dalle istituzioni”.
A “forme di mobilitazione estreme” pensa Raffaele Zappino di Confagricoltura che come “primo segnale di attenzione” ha chiesto un “corposo adeguamento delle risorse finanziarie per gli indennizzi dei danni subiti”, mentre Onofrio Casuscelli, presidente di Coldiretti, ha rilanciato in una nota l’idea di un “tavolo permanente per elaborare una proposta unitaria e risolutiva”.
Chi non ci sta a sedersi sul banco degli imputati è Totò Crupi, assessore provinciale all’agricoltura, che nel suo intervento ribadisce che la “Provincia ha fatto tutto quello che era in suo potere: il Piano faunistico è stato approvato, il censimento completato, i selettori prescelti, gli indennizzi, pur nella limitatezza delle risorse disponibili, erogati”.
“Certo – ha ammesso Crupi – ben di più avremmo voluto fare per arginare questo grave
fenomeno, a partire da un ampliamento del calendario venatorio, ma purtroppo in tale direzione non riscontriamo la disponibilità della Regione, l’unica abilitata a legiferare”.
Chi non accetta più lo stallo attuale sono i diretti interessati, gli agricoltori.
Nei numerosi interventi che accendono il dibattito, sono emerse tutte le “criticità” del fenomeno quali “l’insufficienza ed il ritardo di erogazione degli indennizzi, i costi elevati di ripristino a causa dei danni subiti, lo spopolamento dei campi con conseguente impoverimento economico, sociale e culturale delle nostre realtà rurali”.
Da qui le forti critiche espresse nei confronti della politica che, come ha sostenuto l’imprenditore Antonio Griffo, si limita a fare “demagogia, senza preoccuparsi concretamente dei nostri bisogni”.
“Già due anni fa in questa stessa sala – incalza Griffo – ci erano stati promessi tavoli di concertazioni, indennizzi celeri e agevolazioni che puntualmente sono stati disattesi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Domenico Servello, segretario provinciale di Idv, per il quale la “misura è ormai colma. Questa gente è stufa di essere presa per i fondelli e non accetta più il rimpallo di responsabilità che non porta a nulla”.
(Raffaele Lopreiato)