TORINOTODAY: QUARANTAMILA REPERTI NEL SALONE DI ADRIANO BARBIERI, IL COIFFEUR PIÙ FAMOSO DI BARRIERA

Adriano Barbieri
In tredici lunghi anni, tra Sant'Onofrio e Lione, Adriano Barbieri ha raccolto gli oggetti che raccontano la storia di un mestiere. Oggi a 59 anni sogna che qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo.
Il barbiere di corso Giulio Cesare ha un museo nel suo negozio. Un negozio trasformato in una sorta di museo. In corso Giulio Cesare c'è un coiffeur dove non ci si reca soltanto per tagliarsi i capelli. Il titolare, Adriano Onofrio Barbieri, è un noto parrucchiere di Barriera di Milano la cui passione per il collezionismo lo ha portato nel corso degli anni a raccogliere attrezzature e oggetti che raccontano la storia di una professione, per l'appunto quella del barbiere.
Ma i reperti in questione non sono una decina o un centinaio bensì 40mila. Una miriade di pezzi, rari e non, che Adriano ha appeso sui muri o collocato dentro le incalcolabili bacheche. Lungo, anzi lunghissimo è l'elenco. Si va dalle insegne agli specchi passando per le forbici. Poi ci sono soprattutto i rasoi, ben duemila. Tra questi ne esiste uno che risale ai primi del Novecento, si chiama la "croce di Malta" ed è un pezzo appartenuto all'epoca a Gabriele D'Annunzio. Valore all'epoca 120 lire. Poi ci sono gli arricciacapelli, dotati di scaldini a gas o ad alcool che servivano per tenere i capelli in piega. Rovistando nel negozio si può anche trovare una macchina per la permanente a caldo e addirittura un lavabo portatile in ottone cromato, utilizzato quando non esisteva l'acqua corrente.
Non mancano le barberine, le vaschette sagomate del Settecento e Ottocento che una volta si appoggiavano al collo dei clienti per evitare di sporcarli. Così come i phon. Uno in particolare risale agli anni 30' e pesa la bellezza di cinque chili. Al giorno d'oggi non proprio un esempio di comodità. "Ho raccolto tutti questi oggetti per tredici lunghi anni - racconta Adriano -. E ancora oggi mi alzo la domenica per cercare qualcosa di nuovo, di affascinante. Qualcosa con cui arricchire la mia collezione".
 A 59 anni suonati Adriano continua la sua caccia con quella stessa passione che lo ha portato da Sant'Onofrio a Torino, passando per Lione, la città metà della sua illuminazione. "E' stato merito di un dipinto, l'immagine del barbiere di Siviglia - continua Barbieri -. Ma quello è il passato. Io invece guardo al futuro e spero che un giorno qualcuno si faccia avanti per aprire un vero museo con i miei storici strumenti".
(di Philippe Versienti 23/01/2012 - www.torinotoday.it)