(SANT‘ONOFRIO)E’ un dolce risveglio quello della comunità di Sant’Onofrio all’indomani della notizia dell’avvenuta interruzione dell’iter autorizzativo per l’apertura di una mega discarica di rifiuti “pericolosi e non pericolosi” in località Vajoti.
Subito ribattezzato come la “discarica dei veleni”, l’impianto in questione avrebbe dovuto essere realizzato dalla società Ecolux srl con sede sociale in Filandari e nelle intenzioni dei proponenti sarebbe stato in grado di accogliere fino a mezzo milione di metri cubi di rifiuti, molti dei quali classificati dalla normativa in materia come estremamente pericolosi, su una superficie “equivalente ad otto campi di calcio e corrispondente per capienza alle dimensioni di un grattacielo di ottocento metri di altezza per una base di duecento metri quadrati".
A bloccare tutto, per fortuna, la sopravvenuta decisione del Dipartimento per le politiche ambientali della Regione Calabria che con un provvedimento adottato in “autotutela” annullava l’autorizzazione precedentemente concessa alla ditta richiedente motivando che la "zona ove è ubicato l'impianto di che trattasi ricade in aree a rischio sismico di prima categoria" per le quali la normativa in materia prevede espressamente l'impossibilità di realizzare discariche adibite al conferimento di rifiuti classificati come “pericolosi”.
Alla base della clamorosa retromarcia, il ricorso avverso l’apertura della mega discarica presentato al Tar Calabria dal comune di Sant’Onofrio con il quale venivano rilevate tutte le incongruenze del provvedimento adottato.
E proprio da questa ultima decisione del competente ufficio regionale prende le mosse la riflessione del battagliero comitato “NO Discarica”. Che, sin dal momento in cui lo scorso mese di ottobre la notizia della paventata apertura della discarica era diventata di dominio pubblico, si era autocostituito promuovendo una serie di incontri con la cittadinanza e l’amministrazione comunale per valutare le iniziative unitarie da promuovere per contrasto tale progetto. Alla luce delle novità di queste ultime ore il comitato in questione, per mezzo di alcuni suoi componenti, nell’esprimere la “piena soddisfazione per il positivo evolversi della vicenda” e rimarcare la “proficua e sinergica collaborazione con l’amministrazione comunale e tutte le realtà associative e rappresentative presenti sul territorio”, mettono comunque in evidenza come “anziché esibirsi in contradditori contorsionismi dell’ultima ora, bene avrebbero fatto i competenti uffici regionali a valutare con maggiore attenzione sin dal primo momento le cause ostative all’autorizzazione di un impianto che, per come concepito, oltre al conclamato rischio sismico presentava tanti altri profili di evidente illegittimità”. Anche tra i comuni cittadini la soddisfazione è palpabile. Lo dimostrano i tanti commenti favorevoli che in queste ore si succedono sui social forum locali, dove in tanti esultano per lo “scampato pericolo di una discarica che ove realizzata sarebbe divenuta ricettacolo di veleni provenienti da tutta Italia che avrebbero seriamente messo a rischio la salute dei nostri figli e delle generazioni future” oltre a “compromettere irrimediabilmente l’equilibrio ambientale dell’oasi naturalistica di località Vajoti”.
Numerosi sono poi i cittadini che chiedono alle istituzioni di “non abbassare la guardia anche perché la società interessata alla realizzazione dell’impianto, per il quale aveva presumibilmente già assunto impegni economici, non si darà facilmente per vinta”. Ed a tal proposito c’è chi rileva come l’evidenziato “rischio sismico ostacola la realizzazione di impianti adibiti al conferimento di rifiuti cosiddetti pericolosi mentre nulla osta per il conferimento dei rifiuti non pericolosi” nell’impianto in questione che quindi potrebbe ancora rivelarsi utile.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Tito Rodà che proprio per tranquillizzare i cittadini e scongiurare questo ulteriore rischio intende, una volta incassato questo primo risultato, rilanciare.
Preannunciando a tal proposito, l’intenzione dell’amministrazione comunale di chiedere quanto prima la “bonifica integrale di tutta l’area ricadente in località Tozza Palombara dove già si trova un sito adibito in passato a discarica intercomunale di rifiuti solidi urbani”.
Tale sito per il sindaco Rodà “ancora oggi, a distanza di anni dalla sua chiusura, minaccia seriamente l’ecosistema e la salute dei cittadini, con il percolato che in modo evidente fuoriesce in più parti dal terreno con grave rischio di inquinamento di alcune falde acquifere presenti”.
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 01/02/2014)