SANT'ONOFRIO: DALLA REGIONE STOP ALLA DISCARICA DI LOCALITA' VAJOTI

(SANT'ONOFRIO) Il sindaco Tito Rodà non nasconde la propria soddisfazione per il risultato raggiunto.
La "discarica dei veleni" di località "Vajoiti" non si farà ed il primo cittadino esulta, a ragione, per aver centrato un obiettivo che "premia l'impegno dell'amministrazione comunale e dell'intera comunità sin dal primo momento mobilitata in modi unitario e compatto" contro la prevista realizzazione di una "nuova discarica di rifiuti in località Tozza Palombara del comune di Sant'Onofrio".
Nelle intenzioni dei proponenti, l'impianto sarebbe dovuto sorgere in quella che è unanimemente considerata una tra le più importanti oasi naturalistiche della provincia vibonese, interessando una zona agricola a circa sei chilometri dal centro abitato dove si sarebbe dovuto sviluppare su un'area complessiva di quarantamila metri quadrati per "ospitare" fino a quasi mezzo milione di metri cubi di rifiuti definiti dalla legislazione vigente come "pericolosi e non pericolosi".
Ad apporre, probabilmente in maniera definitiva, una pietra tombale sulle aspettative della ditta realizzatrice Ecolux srl con sede in Filandari, il Dipartimento per le politiche ambientali della Regione Calabria.
Che, con proprio atto emanato lo scorso 10 gennaio e contrariamente a quanto precedentemente deciso, comunicava l'avvio del procedimento di "annullamento di autotutela" in considerazione del fatto che la "zona ove è ubicato l'impianto di che trattasi ricade in aree a rischio sismico di prima categoria" per le quali la normativa in materia prevede espressamente l'impossibilità di realizzare discariche adibite al conferimento di rifiuti classificati come "pericolosi".
All'origine della retromarcia della Regione, con una decisione che di fatto azzera l'iter autorizzatorio in questione, il ricorso precedentemente proposto innanzi al Tar Calabria dal comune di Sant'Onofrio tramite il proprio legale di fiducia avv. Michele De Fina "avverso il provvedimento regionale di localizzazione di una discarica rifiuti" e per la discussione del quale l'organo giurisdizionale amministrativo aveva previsto una prima udienza già per il 23 gennaio scorso.

A cambiare drasticamente le carte in tavola, la sopravvenuta decisione assunta dai competenti uffici regionali che, come scrive l'avv. De Fina, hanno "indotto il Tar Calabria a disporre la cancellazione del ricorso dal ruolo del tribunale in quanto lo stesso sarà considerato automaticamente definito senza la necessità di ulteriori provvedimenti al momento della conclusione del procedimento di autotutela".
La paventata realizzazione della discarica di località Vajoti aveva ingenerato non poche preoccupazioni nella comunità santonofrese allorquando, grazie ad una interrogazione scritta presentata dal gruppo consiliare dell'Udc ad ottobre dello scorso anno, la notizia era diventata di pubblico dominio.
A suscitare sconcerto e preoccupazione non solo la vicinanza dal centro abitato, ma anche la grandezza volumetrica dell'impianto efficacemente rappresentato come "equivalente ad otto campi di calcio e corrispondente per capienza alle dimensioni di un grattacielo di ottocento metri di altezza per una base di duecento metri quadrati" e la natura dei rifiuti che vi sarebbero stati conferiti tra i quali "scarti della lavorazione di pelli, residui della raffinazione del petrolio, oli esauriti" e finanche "materiali provenienti da siti contaminati".

Le temute conseguenze di carattere sanitario ed ambientale avevano indotto la popolazione ad una forte mobilitazione, fino a giungere alla costituzione di un comitato civico "NO discarica" che subito si era posto al fianco dell'amministrazione comunale per promuovere ed intraprendere tutte le azioni di lotta e di contrasto alla discarica che si sarebbe ritenute necessario intraprendere.
E che, per fortuna, l'attuale epilogo della vicenda sembra definitivamente scongiurare anche se non manca da parte del sindaco Rodà l'impegno, che poi è anche una promessa fatta a tutta la comunità, di "continuare a vigilare con la massima attenzione fino a quando non sarà definitivamente scritta la parola fine a questa triste e certo non auspicata pagina della nostra storia recente".
(Raffaele Lopreiato, Gazzetta del Sud 30.01.2014)