STEFANACONI: IL SINDACO DI SI' NON CI STA E REPLICA AL COMITATO "NO ANTENNA"

Il Sindaco Salvatore Di Sì
(STEFANACONI) Pur riconoscendo l’importanza del risultato conseguito con il sequestro da parte della Procura di Vibo Valentia del ripetitore Wind in fase di realizzazione nel territorio di Stefanaconi, il sindaco Salvatore Dì non accetta la catalogazione attribuitagli d’ufficio nella lista dei cosiddetti “cattivi”.
A maggior ragione se a redigerla è il presidente del comitato civico “NO Antenna” Raffaele Arcella, a dire del primo cittadino in evidente quanto strumentale contraddizione nel momento in cui “loda l’operato dell’ufficio tecnico comunale e stigmatizza quello del sottoscritto”.
Da qui la decisione di Di Sì di mettere nero su bianco le sue considerazioni per respingere al mittente le “veementi critiche lette su varie testate cartacee ed online”.
Il sindaco non accetta le illazioni di Arcella laddove questi sostiene la “debolezza ed inefficacia dell’azione amministrativa di controllo e repressione rispetto alla quale avrebbero avuto buon gioco le iniziative della società telefonica”.
“Le cose non stanno affatto così - replica Di Sì - in quanto il comune, dopo aver accertato l’abuso, ha adottato i provvedimenti tutori e repressivi previsti dalla legge dandone immediata comunicazione alla Procura della Repubblica ed ai competenti organi di governo per i provvedimenti di competenza”.
A tal proposito, comunque, il sindaco di Stefanaconi ricorda che pur essendo il “giudizio attualmente pendente dinanzi al Tar” lo stesso in “via cautelare ha provvisoriamente validato le ragioni della società”.
Salvatore Di Sì e Raffaele Arcella
Di Sì, infine, a riprova della completezza dell’azione amministrativa da lui perseguita ricorda che la “Procura ha disposto il sequestro delle opere abusivamente realizzate non già in ragione delle argomentazioni contenute nell’esposto” a firma del comitato “NO Antenna” ma in virtù dei “rilievi posti a fondamento del provvedimento repressivo dell’illecito edilizio adottato dal Comune”.
Da qui l’invito finale rivolto dal sindaco al presidente Arcella ad una maggiore “sobrietà”, specie quando ci si rapporta con “figure istituzionali come il sottoscritto che, nella vicenda in questione, non ha lesinato né passione né operatività”.
L’auspicio finale di Di Sì è che la querelle in atto si chiuda definitivamente anche perché “ove gli attacchi ingiustificati dovessero persistere, non potrò che trarne le dovute conseguenze a tutela della mia dignità morale ed intellettuale”. 
 
Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 11/09/2016