SANT‘ONOFRIO: CINGHIALI VICINI AL CENTRO ABITATO: E’ EMERGENZA

(SANT‘ONOFRIO) L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa.
A segnalarlo, i due malcapitati tecnici che nel corso di un rilievo altimetrico che stavano effettuando ai margini di un boschetto in località Vajoti, si sono trovati davanti un branco di cinghiali alquanto minacciosi.
Da lì la rapida decisione di darsela a gambe per almeno un chilometro, fino a trovare riparo nella loro auto. Con la sofisticata strumentazione, che per fortuna non è stata danneggiata, recuperata solo alcune ore dopo.
Questo episodio conferma ulteriormente il progressivo avvicinamento dei cinghiali ai centri abitati con le segnalazioni dei danni subìti che quotidianamente si succedono anche da parte proprietari di appezzamenti di terreno più o meno grandi nelle località Mannà, Carcarello, Tomarchiello.
Il tutto a confermare come la proliferazione dei cinghiali sia divenuta nella provincia vibonese, ed in particolare nel quadrilatero Sant’Onofrio, Maierato, Filogaso e Vazzano, una vera e propria emergenza sociale oltre che economica.
Una piaga per la cui cura al momento non sono state individuate valide terapie d‘urto.
Con i cinghiali che ormai da diversi anni hanno messo letteralmente in ginocchio il già fragile sistema agricolo, favorendo anche lo spopolamento del territorio interessato dalla loro presenza.
Nelle loro scorribande notturne, infatti, questi ungulati distruggono raccolti e devastano campi, danneggiando in modo irreparabile sistemi di irrigazione ed opere di ingegneria idraulica che pure duravano da decenni.
E a nulla, finora, sono valsi i reiterati appelli degli operatori agricoli e delle organizzazioni di categoria per l’attuazione di quegli interventi risolutori più volte promessi ma finora mai attuati concretamente dalle autorità preposte.
Sul banco degli accusati, soprattutto, i competenti uffici della Regione Calabria e della Provincia di Vibo Valentia ai quali si imputa il mancato rispetto degli impegni più volte assunti anche dinnanzi ai diversi prefetti che nel frattempo si sono succeduti.
In particolare, gli agricoltori lamentano la carenza dei fondi destinati ai rimborsi dei danni subiti ed il fallimento delle cosiddette “pratiche selettive” che, attraverso il varo di contromisure adeguate, avrebbero dovuto incidere sul dato complessivo delle presenze dei cinghiali, ormai a migliaia nella sola provincia vibonese.
Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 14/06/2014