SANT’ONOFRIO: UNA DISCARICA IN LOCALITÀ VAJOTI

(SANT‘ONOFRIO) La notizia è di quelle destinate a lasciare il segno.
D’altronde già a leggere il dispositivo del decreto n. 10158 del 12 luglio 2013 a firma del dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria c’è quanto basta per sobbalzare dalla sedia: “Realizzazione nuova discarica di rifiuti in località Tozza Palombara del Comune di Sant’Onofrio (VV) - Procedura per la valutazione d’impatto ambientale, ai sensi del Dlgs. n. 152/2006 e s.m.i., e del Regolamento Regionale n. 3 del 04/08/2008 e s.m.i. - Proponente Ecolux s.r.l., Filandari (VV)”.
Un atto, questo emesso dalla Regione che, nell’esprimere “parere favorevole di compatibilità ambientale” ratifica di fatto lo stato di ulteriore e forse irreversibile avanzamento del progetto di realizzazione sul territorio comunale di una discarica di rifiuti della quale nulla finora aveva avuto modo di sapere l’opinione pubblica cittadina.
Che certo ben altra considerazione e coinvolgimento partecipativo avrebbe meritato anche sulla base del presupposto che, stando almeno alla lettura degli atti amministrativi finora prodotti, nella discarica in questione che ricadrà in “zona agricola a circa sei chilometri dal centro abitato di Sant’Onofrio” e si svilupperà su un’area complessiva di quarantamila metri quadrati potrà essere conferito fino a quasi
mezzo milione di metri cubi di “rifiuti pericolosi e non pericolosi”.
A squarciare il velo del silenzio che stranamente finora aveva avvolto l’iter autorizzativo della discarica, per la quale nessun passaggio è stato fatto in consiglio comunale mentre agli atti risulta una nota del 23 marzo 2012 con la quale l’ufficio tecnico comunale trasmetteva il proprio parere per la valutazione di impatto ambientale, scende ora in campo il gruppo consiliare dell’Udc.
Con una “Interrogazione urgente a risposta scritta” indirizzata al sindaco Tito Rodà ed al presidente del consiglio Salvatore Pronestì gli appartenenti allo scudocrociato muovono all’amministrazione comunale una serie di rilievi.
Già in premessa gli interroganti manifestano tutte le loro perplessità rilevando che la “realizzazione di detto progetto prevede la discarica di qualsiasi tipo di rifiuti anche i più pericolosi con tutte le conseguenze del caso” e che la “suddetta discarica verrebbe realizzata a pochi chilometri di distanza dal centro abitato e a brevissima distanza dall’autostrada A3 con gravissimi danni per la salute dei cittadini e con ingenti danni per le campagne limitrofe”.
In considerazione di ciò, e dopo aver evidenziato anche possibili profili di illegittimità poichè “è notoriamente risaputo che nel piano dei rifiuti elaborato dall’Assessorato regionale all’Ambiente non è stato inserito alcun impianto nemmeno per quelli non nocivi”, il gruppo Udc ribadisce la “pericolosità della realizzazione del progetto in questione” per il quale i “consiglieri non sono a conoscenza di atti emessi dall’amministrazione comunale per contrastare questa opera”.
Da qui i pressanti interrogativi a sindaco e presidente del consiglio per sapere “se e quali azioni si intendono porre in essere per evitare la realizzazione dell’opera; se sono stati adottati e quali sono gli atti relativi; se, avendo il comune di Sant’Onofrio un interesse legittimo per tutelare la salute dei propri cittadini, è stato impugnato davanti al Tar il decreto emesso del Dipartimento Ambiente della Regione regolarmente trasmesso al comune” o eventualmente le “ragioni della mancata impugnatura”.
Consapevoli dell’importanza che la vicenda assume per l’intera comunità gli esponenti scudocrociati chiedono infine la “convocazione di un consiglio comunale aperto per dibattere con l’intera popolazione il tema in questione”.
L’auspicio condiviso è che ci siano ancora i margini per un eventuale ripensamento considerato che, da quanto appreso da fonti tecniche, allo stato della pratica per essere definitivamente perfezionata manchi solo la cosiddetta A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata dal Ministero dell’Ambiente in caso di apertura di discariche per rifiuti qualificati come “pericolosi”. 
(Raffaele Lopreiato Gazzetta del Sud 24/10/2013)